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Nuovi “continuum” per il futurotorna su

In una cornice ancora segnata dalla crisi sanitaria, il 22 novembre 2021, si è inaugurato il nuovo anno accademico. L’evento, nel rispetto delle misure anti-Covid-19, si svolge in presenza nell’Aula Magna «Giovanni Paolo II» con la partecipazione di studenti e studentesse, docenti e personale amministrativo e di servizio, numerosi ospiti e autorità accademiche, civili e religiose, alcune presenti per la prima volta: mons. Gianrico Ruzza,vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e Amministratore Apostolico della Diocesi di Porto e Santa Rufina, il prof. Andrea Bozzolo, Rettore della Pontificia Università Salesiana, la Vice Gran Cancelliere, madre Chiara Cazzuola, neo-eletta Superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il Dott. Marco Della Porta, nuovo Presidente del Municipio XIV di Roma.

 

L’atto accademico si apre alle ore 9.00 con l’Eucarestia, presieduta dal Vescovo Ruzza, che esprime il suo apprezzamento per la presenza sul territorio della diocesi di una Facoltà dedita allo studio delle scienze dell’educazione. Nell’omelia riflette sulla realtà della ricerca come atto di amore spirituale, intellettuale e relazionale. «Ricerca - sostiene - che deve essere attenta alle domande di fede, di conoscenza, di autenticità e che deve essere messa a servizio del progresso per assicurare a tutti una vita degna». Sollecita, in particolare i numerosi studenti e studentesse presenti, ad «imparare a capire i segni che questo tempo ci presenta; a non farsi prendere dalla moda dei tempi tristi che stiamo correndo, a raccogliere la sfida di annunciare, vivere e individuare il tempo favorevole per lavorare ad una umanità riconciliata e solidale».

La relazione della Preside

Nella sua Relazione sull’anno accademico trascorso, la Preside ripercorre eventi e descrive azioni di un anno che seppur segnato dalla pandemia, «è stato una palestra di vita che ci ha permesso di riflettere più profondamente sul nostro vissuto e testare la capacità di resilienza della nostra Facoltà in termini di adattamento creativo e flessibilità di fronte all’emergenza con l’obiettivo di continuare comunque a garantire un servizio di qualità senza che “nessuno restasse indietro”. In tal modo la prova è diventata occasione di tirocinio pratico per chi si prepara a una professione educativa».

Nell’ultima parte della Relazione, individua tre linee di impegno e di responsabilità perché il futuro vada nella direzione che vogliamo: «il Global Compact on Educationsollecita ad attingere alpatrimonio pedagogico del Sistema preventivo per dare il nostro contributo riscoprendo la nostra identità di donne che educano e riflettono sull’educazione». La convinzione è che «esiste una mediazione femminile privilegiata nel processo di umanizzazione della persona e della cultura strutturalmente attenta alla vita, alla logica della globalità, della corporeità, dell’attenzione alla concretezza e al limite, al rapporto interpersonale, all’etica della responsabilità e della cura, alla capacità di fare rete».

Un secondo fecondo percorso, è quello che mira «a realizzare una vera conversione ecologica integrale. L’ambiente accademico, in questo senso, è luogo privilegiato di formazione della coscienza ecologica anche attraverso lo sviluppo di una ricerca per la tutela della casa comune» proprio per «passare dall’impegno per l’ambiente ad una corretta responsabilità ecologica realizzata da persone formate, frutto di una adeguata esperienza educativa».

Infine, «in prospettiva di continuità e di rinnovata assunzione della nostra identità come Facoltà internazionale e salesiana, vogliamo continuare a fare della Comunità accademica un luogo privilegiato in cui si elabora la cultura dell’incontro e dell’accoglienza tra persone di tradizioni culturali diverse e ci si impegna in progetti di condivisione e di servizio agli ultimi, specialmente i giovani. È questo il nucleo che irradia e rende attuale oggi il carisma educativo salesiano di cui è portatrice la nostra Istituzione».

La prolusione accademica

«Preparare il futuro: nuovi paradigmi e alleanze formative per l’Università oggi» è il tema della prolusione accademica che la prof.ssa Susanna Sancassani, Responsabile del Servizio METID (Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica) del Politecnico di Milano e Coordinatrice del tavolo “Ecosistemi digitali per l’innovazione didattica” della Conferenza dei Rettori dell’Università Italiana (CRUI).

Quale ruolo spetta alle università in un tempo di accelerazione dei processi di digitalizzazione dell’istruzione superiore, catalizzato dalla crisi pandemica? È questa la domanda che introduce e percorre tutto il suo intervento: «L’università contemporanea sta affrontando un contesto mutevole, che ha iniziato a far scricchiolare i paradigmi esistenti, determinando le condizioni per l’emergere di nuovi modelli sia in termini di strutturazione della domanda di istruzione superiore sia di nuove forme di offerta da parte di nuovi operatori nazionali ed internazionali».

Un nuovo possibile paradigma per l’apprendimento può scaturire dalle nuove forme di alleanza, di integrazione, fusione, mescolamento tra tutte le dimensioni della didattica fisica e i processi di apprendimento online.La “&”, è la chiave fondamentale «dell’integrazione, fusione, mescolamento, alleanza tra tutte le dimensioni della didattica fisica e i processi di apprendimento online e che, mettendo insieme vicino & lontano, dentro & fuori, ora & in qualsiasi momento» che «creerà per l’educazione un paradigma che vedrà, come esito di questo processo profondamente creativo, la nascita di nuovi “continuum” tra la dimensione fisica e quella online nell’insieme dell’offerta educativa».

Da qui, l’individuazione di sei nuovi “continuum” per preparare il futuro.

 

  • 1. Io & gli altri: l’apprendimento attivo funziona, a patto che lo si sappia far funzionare. La didattica a distanza ha evidenziato che i processi di apprendimento attivo sono efficaci e funzionano quando sono «ideati ed accompagnati tenendo conto della loro dimensione sistemica in cui i nodi della rete si esprimono in azioni e relazioni che si svolgono in tempi sincroni e asincroni, in spazi condivisi fisicamente o a distanza […] e prevedono l’esercizio da parte del docente di una leadership che lo metta in condizione di innescare, facilitare, monitorare ed indirizzare l’apprendimento attivo».
  • 2. Contenuti live & “in differita”: «l’apprendimento blended diventerà, nel giro dei prossimi anni, il nuovo modello standard per l’erogazione dei corsi nell’istruzione superiore» in quanto i corsi «hanno la potenzialità, se progettati adeguatamente, di aiutarci a superare nel contempo i limiti dell’apprendimento online e di quello presenziale, valorizzandone i rispettivi punti di forza».
  • 3. Riconoscimenti modulari & Lifelong learning: «le nuove forme di microcredenziali trasformeranno significativamente la relazione tra le istituzioni di istruzione superiore e la società, permettendo di fornire informazioni completamente digitali e realmente rilevanti per i datori di lavoro, in quanto ricche di specifiche facilmente comprensibili sulle competenze acquisite».
  • 4. Per pochi & per tutti: «i percorsi online permettono l’accesso all’educazione formale a chi ha interrotto gli studi o sente la necessità di una nuova qualifica per proseguire nella propria carriera, ma non può accedere alla formazione tradizionale per vincoli personali o familiari». Infatti, «il concetto di integrazione non riguarda solo la progettazione dei singoli corsi, ma anche l’approccio ai percorsi nel loro complesso, una nuova visione finalizzata che a conciliare lo studio con le esigenze familiari o lavorative, o semplicemente a ridurne i costi ampliando significativamente il bacino dei potenziali interessati».
  • 5. Università & Knowledge raising: «un processo di sostenibilità della diffusione della conoscenza e della sua riproduzione a livello sociale non può più essere basato esclusivamente sulle università, ma richiede il coinvolgimento anche di altri attori della catena della conoscenza che nel tempo hanno sviluppato significative competenze sui contenuti ma anche sui metodi formativi». Più precisamente, questo significa anche allargare lo sguardo fuori dall’Università verso quel sistema di sapere diffuso in continua crescita presso altri centri di produzione di sapere».
  • 6 io & il mondo: «uscire dal paradigma del “qui e ora”, significa anche confrontarsi con la trasformazione del ruolo e del significato dei processi di internazionalizzazione nella formazione». Non si può sottovalutare il reale significato di avere a disposizione un’ampia offerta formativa di alta qualità accessibile da qualsiasi luogo nel mondo, anche indipendentemente dalle strategie dei singoli Stati in campo educativo. Infatti, «La dimensione strategica globale dell’educazione è evidente nel bisogno in termini di sviluppo formativo nei Paesi in via di sviluppo».

Una nuova metanoia dell’educazione

Avviandosi alla conclusione, Sancassani evidenzia un ulteriore tema sul quale riflettere: «la pandemia ci ha messo drammaticamente davanti all’evidenza che le nuove generazioni dovranno essere in grado di applicare la creatività in contesti complessi e caratterizzati da particolare incertezza. Non solo dovranno essere in grado di comprenderli nella loro dimensione sistemica, ma dovranno trovare strategie per agire su di essa come trasformatori positivi». Per questo, «l’educazione non può continuare ad essere lo strumento più efficace per attrezzare gli individui ad essere “i vandali più efficaci della terra”, ma deve sviluppare le qualità personali e sociali utili a dare un nuovo significato all’azione individuale non solo come riproduttore sociale, ma come trasformatore sociale. Non dimentichiamo che già nel 2008, l’UNESCO ha suggerito l’inclusione di un nuovo pilastro rispetto alle tradizionali categorie degli obiettivi dell’educazione: imparare a trasformare se stessi e la società. E di questa capacità di metanoia, di conversione autentica dello spirito dell’educazione, abbiamo sempre più bisogno».

Il saluto della Vice Gran Cancelliere

Il saluto di Madre Chiara Cazzuola, Vice Gran Cancelliere della Facoltà, si trova fin da subito in sintonia con quanto presentato dalla prof.ssa Susanna Sancassani. In ascolto delle sfide educative che emergono dalla vita dei giovani e delle giovani, dalle famiglie, dalle varie nazioni in cui siamo inserite, il Capitolo appena concluso ha evidenziato l’urgenza di assumere la preventività nell’ottica pedagogica e ha scelto come priorità la formazione «pensandolacome un processo in cui è necessario lasciarsi formare e trasformare dalla vita, nella convinzione che questo sia il migliore investimento da operare, per essere capaci di affrontare con saggezza il cambiamento». Alla luce di questa scelta, Madre Chiara riafferma con tutto l’Istituto la fiducia nella Facoltà “Auxilium” che nel corso di questi 51 anni ha offerto una qualificata formazione per FMA, laiche e laici, contando sul contributo della ricerca e della sperimentazione.

L’augurio finale è un invito a «valorizzare maggiormente l’obiettivo primario e specifico della Facoltà che riguarda proprio lo studio della dimensione femminile dell’educazione, la promozione e l’empowerment delle donne attraverso la formazione universitaria e la prospettiva preventiva che ne caratterizza l’approccio pedagogico. Diverse analisi, in questi ultimi mesi, presentano le donne come categoria fragile e perdente, mettono in evidenza il peso che le differenze di genere hanno avuto sugli impatti sociali, economici e sanitari del Covid 19».

Docente emerita

Gli ultimi atti di questa mattinata intensa, sono la proclamazione a Docente Emerita della Facoltà la prof.ssa Antonella Meneghetti, docente di Liturgia. Dopo aver letto l’atto di proclamazione, la Vice Gran Cancelliere dichiara “ufficialmente aperto” l’anno accademico 2021-2022, 52° nella storia della Facoltà.

 

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