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Cittadini nella «Mediapolis»torna su

«Sempre più persone condividono notizie e storie sulla Rete. La sfera pubblica online appare inestricabilmente legata a quella offline, che ne costituisce un’estensione. La soglia tra quanto si sperimenta e si vive in Rete e quanto ci si scambia e si costruisce, si propone e si decide nel territorio (dalle dimensioni micro e macro) è sempre più sottile: il passaggio dalla Rete alla piazza è permeabile, mobile, portatile, in continuità. […].

Quale è il rapporto, complesso senza dubbio, che si instaura tra i media e il futuro dell’umanità? Quale spazio di intervento, di proposta, di decisione, di condivisione per la persona, cittadino-cittadina, che usa come “protesi” dispositivi sempre più digitali?

Il titolo del Dossier fa riferimento a un saggio di Roger Silverstone, studioso inglese, che definisce Mediapolis lo spazio pubblico (reale e insieme simbolico) di relazione, comunicazione politica e sociale, dove i fruitori dei media hanno compiti di responsabilità, che passano attraverso la riflessione, l’apertura, la pluralità.

È un mondo nuovo, la polis mediatica, quello con cui entriamo in contatto, proprio perché i media (vecchi e nuovi) rivestono un ruolo centrale nella vita di tutti i giorni, da essi dipendiamo per tessere le relazioni senza le quali la vita sociale sarebbe impensabile e sempre da essi riceviamo informazioni sulla realtà che ci circonda. Un fenomeno globale e allo stesso tempo un contesto contraddittorio e dinamico. Un potere, e un potenziale, che i media hanno acquisito nel tempo e  che, se mal gestito, può offuscare e distorcere la rappresentazione della realtà.

Oggi, come cittadini nella Mediapolis, abbiamo a disposizione risorse per vivere, per capire il mondo e agire. Non più solo consumatori, ma fruitori e produttori di comunicazione siamo chiamati ad assumere le nostre responsabilità perché si stabilizzi una cultura più morale e una cittadinanza mediatica più consapevole, informata e attiva, capace di usare (e produrre) in modo consapevole e competente messaggi a portata della dignità della persona e del bene comune, che sappiano rispondere a quelle domande e inquietudini, così profonde e antiche, di sempre.

La sfida educativa nei confronti delle nuove generazioni è decidere se puntare o meno sulla relazione per tessere comunicazione autentica e coerente, rapporti di partecipazione e di dialogo, gesti e parole di apertura e di ospitalità, di presa di coscienza che l’Altro - percepito attraverso le rappresentazioni mediatiche - è il diverso e il simile a noi; di fiducia critica nei confronti dei media e costruire uno spazio politico/mediatico più giusto.

I quattro contributi del Dossier presentano la realtà della Rete da altrettante prospettive, studiando il rapporto di continuità tra “dentro” e “fuori”, “on” e “off”, sollecitandoci a non essere acritici all’interno della Mediapolis, quanto piuttosto, spett-attori ospitali e giusti, abitanti responsabili e pensanti, profeti di un “oltre” e di “un di più”».
(Dall’Introduzione al Dossier)