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Donne e Chiesa, un Joint Diplomatorna su

Ha preso il via il 19 giugno scorso e si concluderà il 3 luglio 2021. Vi partecipano in maggioranza donne, tra religiose e laiche.

Il Joint Diploma su Donne e Chiesa: come attivare processi e promuovere la collaborazione effettiva tra uomini e donne nella Chiesa  è organizzato da un Comitato scientifico che fa capo a diverse istituzioni accademiche eprende avvio da un modulo sul processo socio-storico che considera la novità cristiana nel riconoscimento della soggettività femminile, i suoi punti di forza e i nodi problematici dell’inculturazione della fede cattolica, per affinare il senso critico eguardare avanti con spirito propositivo.

 

La prof.ssa Grazia Loparco, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà «Auxilium», coordinatrice del modulo insieme a sr. Nicla Spezzati, ASC, offre alcune ore di lezione che riguardano l’età moderna e contemporanea.

 

Al tempo dello slancio verso le missioni e l’apostolato, per le donne cattoliche restava vincolante uno dei due stati di vita: “Aut murus, aut maritus”. Nella realtà emergono figure eccezionali, pioniere spesso non comprese al loro tempo, che aprono varchi nelle norme canoniche, tracciano vie per altre donne, allargano la visione ecclesiale. Alcune precedono la riforma tridentina, contribuendo alla riforma interna della Chiesa.

L’aderenza alla realtà concreta rende tante credenti più flessibili, ignoranti del diritto canonico, obbedienti alle autorità con intelligenza. Dall’esperienza personale matura l’istituzionalizzazione successiva di un modello.

Alcune figure sono paradigmatiche e incidono sulla storia della Chiesa locale e universale, nei tempi lunghi, creando genealogie di spiritualità e di modelli istituzionali non ancora del tutto approfonditi, né realmente integrati nella ricostruzione più organica e poliedrica della storia generale.

In effetti, nonostante le restrizioni canoniche, si svilupparono alcune esperienze di apostolato nel campo educativo, che restavano nel compromesso dal punto di vista giuridico.

 

Dopo la Rivoluzione francese, con la secolarizzazione, emerge un’alleanza tra Chiesa impoverita e donne, per tutelare la fede nelle famiglie. Le religiose di voti semplici sono la grande novità per l’apostolato e l’iniziativa di una multiforme attività sociale-caritativa e missionaria, in un dialogo vivace con i pastori.

Il binomio donne e Chiesa crea un ponte tra le chiese e le case, le strade e le industrie. Da secolari o da religiose, con l’assistenza, tante arrivano dove a volte il sacerdote non può entrare con i sacramenti.

Mentre le élites femministe rivendicavano uguaglianza di diritti, le cattoliche impegnate, provenienti da ogni ceto sociale, acquisivano spazi di autonomia decisionale, di intraprendenza a favore delle persone, di mobilità e formazione culturale, generalmente superiori a quelli consentiti nelle famiglie.

 

Nel programma ecclesiale di “riconquista” della società alla fede nacquero altresì associazioni laicali che costituirono un “femminismo cristiano”. Il ramo femminile di Azione cattolica si innestava nel più ampio conflitto tra Chiesa cattolica e modernizzazione. Nato per restaurare valori, di fatto, fu una via per innovare. L’associazionismo non comportava ancora una revisione ideologica generale sul ruolo femminile nella famiglia e nella società, ma un duttile adeguarsi alle esigenze dei tempi, sebbene l’ambivalenza di fondo tra conservazione e innovazione caratterizzasse a lungo l’organizzazione cattolica femminile.

Pur volendosi opporre alla modernizzazione nella vita femminile, la necessità di dare peso alle donne come soggetti della mobilitazione portava il mondo cattolico a servirsi in modo utilitaristico degli strumenti messi a disposizione da quella stessa modernizzazione, rinviando nel contempo il confronto teorico.

 

Religiose e laiche, fondatrici e missionarie costituiscono una molteplicità di presenza e di attività che esprime il volto femminile e materno della Chiesa, chiamato a mettersi in ascolto e a lasciarsi interrogare dalla realtà, anche nelle esigenze inedite e destabilizzanti.

Con la rivoluzione culturale del ’68 l’alleanza tra donne e Chiesa è stata messa duramente alla prova, fino a una nuova presa di coscienza di uomini e donne credenti, chiamati a rinnovare quell’alleanza su basi culturali più approfondite.