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Fare gli italiani con l’educazionetorna su

In occasione del 150° dell’Unità d’Italia, nella Sala della Protomoteca del Comune di Roma, si è realizzato, il 26 ottobre 2011, il Convegno di studio organizzato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» e dall’Istituto Storico Salesiano dal titolo: Fare gli italiani con l’educazione. Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice da 150 anni accanto ai giovani sulla base dei due volumi recentemente pubblicati: Grazia Loparco - Maria Teresa Spiga (a cura di), Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Donne nell’educazione. Documentazione e saggi, Roma, LAS 2011; Francesco Motto (a cura di), Salesiani di Don Bosco in Italia. 150 anni di educazione, Roma, LAS 2011.

Il Dott. Carlo Di Cicco, Vicedirettore de «L’Osservatore Romano», introduce i lavori portando all’attenzione dei presenti il tema educativo coniugato con una cittadinanza ripensata in un mondo in rapido cambiamento sia per i giovani che per gli educatori. Ha poi dato la parola ai relatori che hanno affrontato l’argomento del Convegno da diverse prospettive disciplinari.

Il Prof. Andrea Riccardi (Università degli Studi Roma Tre), ha proposto una lettura suggestiva di taglio storico-culturale, riconoscendo la validità delle due ricerche per il contributo storiografico ad approfondire la via salesiana, educativa, nel “fare gli italiani”, oltre la tradizionale lettura limitata agli itinerari politici. Don Bosco si inserì in modo “furbo” nella costruzione del Paese con un progetto intimamente italiano e cristiano, che aveva come fonte ispirativa la Chiesa, al centro la persona, come orizzonte la patria. Egli intese formare cittadini di uno Stato laico, cercando lo spazio del possibile. Nel popolo italiano è cresciuto con gli anni il “popolo salesiano” attorno alle due congregazioni e ai Cooperatori salesiani. Essi hanno avuto il coraggio di essere popolari, di andare al popolo partendo dai giovani, scrivendo un capitolo di cultura italiana che registra una conciliazione capillare ancora da approfondire. La “suora”, in particolare, ha portato nella società e nella Chiesa un contributo di maternità, iniziativa, adattamento alle situazioni che ha arricchito un tessuto altrimenti maschile e militaresco.

Anche il Prof. Giuseppe De Rita (Presidente Censis) si è soffermato sull’apporto salesiano alla formazione degli italiani dal basso, nel territorio, ieri come oggi. Le statistiche indicano come lo sviluppo dei Salesiani coincida con la nascita dell’Italia, dunque essi sono stati presenti nel periodo dello stato nascente, dove partono i processi. Non ai vertici, ma nei giovani, incardinati nel territorio, nelle amministrazioni comunali (ad esempio con le religiose maestre). Con diverse attività le due congregazioni hanno lavorato sul basso, come “trafficanti di talenti” giovanili, specie nei periodi in cui l’Italia nasceva o doveva rinascere dopo le guerre, con il culmine negli anni ’60. Mentre  nei primi decenni la scuola elementare era affidata ai comuni e gli insegnanti salesiani vi erano molto presenti, con la riforma Gentile si è diffusa una concezione élitaria dell’istruzione, per cui lo studioso si è interrogato sull’eventuale travaglio delle scelte salesiane nel campo scolastico, in attenzione allo sbilanciamento progressivo del sistema cui oggi si assiste nel Paese. A suo giudizio, i dati riferiti alle Figlie di Maria Ausiliatrice denotano un’attività flessibile, meno condizionata e positivamente più “destrutturata”.

La Prof.ssa Marianna Pacucci ha offerto una riflessione articolata sulla necessità di educatori  abili nel rilanciare l’attenzione sociale verso i giovani, i “nuovi poveri”, che rischiano l’isolamento e l’emarginazione con connotazioni diverse secondo l’ambiente in cui vivono. Occorre superare le stanchezze educative degli adulti e dei giovani, creando connessioni tra gli educatori e le generazioni. In particolare sottolinea la valenza dell’oratorio, la capacità di partire dai bisogni per costruire valori e lavoro. Per aiutare i giovani a scrivere una “biografia sensata” le congregazioni salesiane sono interpellare a educare in modo gioioso, generoso, appassionato.

Il Dott. De Cicco ha interpellato nuovamente i relatori con domande acute che hanno suscitato la riflessione dell’assemblea. In seguito, Madre Yvonne Reungoat, Vice Gran Cancelliere della Facoltà «Auxilium» e Superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha ripreso in modo vibrante alcuni elementi dell’apporto educativo delle FMA innervato in modo capillare nel territorio italiano e ha rilanciato la passione educativa nel contesto attuale, come fedeltà alla propria missione e a ogni Paese in cui le religiose sono inserite. Don Pierfausto Frisoli, Consigliere regionale per l’Italia e il Medio-Oriente dei Salesiani di Don Bosco, ha citato le statistiche relative alla presenza dei Salesiani operanti attualmente in Italia, seguito dai ringraziamenti della Prof.ssa Pina Del Core, in qualità di Preside della Facoltà «Auxilium», promotrice dell’iniziava, insieme all’Istituto Storico Salesiano, diretto dal Prof. Francesco Motto.

Riconosciuta la validità delle due ricerche e della novità dell’impostazione storiografica, si conclude che ne è valsa la pena per approfondire la propria identità di religiosi educatori in un Paese specifico e che la riflessione su 150 anni di storia interpella gli educatori e le educatrici a essere anche oggi coraggiosi e propositivi come è documentato per tanti momenti del passato. La folta assemblea, costituita in massima parte di educatori, religiosi e religiose, Salesiani Cooperatori, genitori, studiosi, esce dal convegno con una rinnovata motivazione ad impegnarsi a favore dei giovani, del futuro dell’Italia.

 

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