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Il lavoro che vogliamotorna su

La Prof.ssa Alessandra Smerilli partecipa a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre, alla 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, quale membro del Comitato scientifico e organizzatore.

 

La Prof.ssa Alessandra Smerilli partecipa a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre, quale membro del Comitato organizzatore, alla 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.

La 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani si tiene alla Fiera internazionale della Sardegna. Vi partecipano oltre 1000 delegati da tutta Italia, 80 vescovi, 190 presbiteri, 300 volontari, 200 giornalisti, 400 esperienze positive dal progetto “Cercatori di lavOro”. Per quattro giorni, i partecipanti saranno impegnati, attraverso relazioni, tavole rotonde, condivisione di buone pratiche e 90 tavoli di lavoro, a discutere attorno al tema: «Il lavoro che vogliamo: libero creativo, partecipativo, solidale».

Il programma è denso, impegnativo e lo si può consultare sul sito appositamente preparato dal Comitato delle Settimane Sociali di cui fa parte anche la Prof.ssa Alessandra Smerilli, che coordinerà la sessione di sabato 28 ottobre (a partire dalle ore 17.00), dove, a seguito della trasmissione del Docufilm «Il lavoro che vogliamo», per la regia di Andrea Salvatore, è previsto un dialogo tra il Sen. Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, e l’On. Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il mondo del lavoro sta cambiando così in fretta da rivoluzionare stili di vita e modelli etici. Si tratta di mutamenti portatori di grandi domande: «Cosa significa oggi lavoro (umano)? Quali devono essere i (nuovi) diritti e doveri del lavoratore? Come sconfiggere la disoccupazione e quale formazione continua potrà preparare chi già  lavora ai cambiamenti del futuro? E ancora ci chiediamo: con quali competenze gestire il rapporto lavoratore e la macchina robot? Su quali conoscenze devono investire i giovani? E infine, come in tutti i cambiamenti epocali, quali forme di tutela efficaci per il ‘lavoro degno’ è necessario trovare al tempo dell’industria 4.0?».

 

Lo Strumento di lavoro

I partecipanti alla 48° Settimana Sociale lavoreranno basandosi su quattro registri comunicativi: denuncia, ascolto, raccolta delle buone  pratiche, proposta. Lo scopo è quello di «arrivare a maturare un vero cambiamento del nostro modo di essere e di fare. Una conversione di cui ha bisogno l’intera società italiana. La sfida che ci aspetta nei prossimi anni è infatti quella di realizzare un cambio di paradigma, passando da un modello basato sullo sfruttamento e l’espansione illimitata ad uno centrato sulla persona umana e sullo sviluppo umano integrale, sostenibile e inclusivo. È in questa nuova cornice che il lavoro che vogliamo va cercato e trovato» (Strumento di lavoro, 12).

A partire da una complessità sociale, dove si fa fatica a riconoscere che il lavoro è la via per una crescita armonica, è la vera fonte della ricchezza di una comunità, il pilastro su cui costruire una relazione tra le capacità di ogni singola persona e lo sviluppo economico e sociale, lo Strumento di Lavoro evidenzia con chiarezza, quale è il lavoro che si vuole: «libero, dove siano finalmente bandite tutte le forme di schiavitù, di illegalità e di sfruttamento e dove ogni persona sia messa nelle condizioni di poter dare il meglio di sé senza essere schiacciata dalla burocrazia o dalle procedure; creativo, occasione per permettere a ciascuno di dare il meglio di sé dentro un’idea di innovazione che non  è riducibile al solo aspetto tecnologico; partecipativo, nella consapevolezza che non c’è economia che possa prescindere dal contributo della persona umana; solidale, capace cioè i non  dimenticare che relazioni di reciproco riconoscimento e di alleanza tra soggetti diversi sono alla base di ogni vero sviluppo» (Strumento di lavoro, 23).

In questo senso, il ritrovarsi a Cagliari non è solo celebrare un convegno, quanto piuttosto, un ritrovarsi «per stare vicini a chi si trova in difficoltà. Un modo per dire che non ci vogliamo dimenticare di nessuno», una «esperienza  di Chiesa, momento fruttuoso e propositivo a beneficio dell’intero Paese e soprattutto di chi soffre per la  mancanza  o la cattiva qualità del lavoro» (Strumento di Lavoro, 11).

La Settimana Sociale di Cagliari dunque «stimola ad abbandonare gli idoli del nostro tempo che sono il consumo e la massimizzazione del profitto» perché «Se svendiamo il lavoro al consumo, con  il lavoro presto svenderemo  anche tutte queste sue parole sorelle:  dignità, rispetto, onore, libertà» (Strumento di Lavoro 75).

 

La storia delle Settimane Sociali

Le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani nacquero nel 1907 per iniziativa di Giuseppe Toniolo. La prima si tenne a Pistoia nel 1907. Si svolsero ogni anno fino alla Prima guerra mondiale. I temi affrontati furono soprattutto il lavoro, la scuola, la condizione della donna, la famiglia. Dal 1927, un ruolo importante nell’organizzazione delle Settimane Sociali fu assunto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Poi nel 1935 arrivò la prima sospensione a causa degli attriti con il regime fascista. Ripresero dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, continuando fino al 1970, poi fu la volta di una seconda e lunga sospensione fino al 1991.