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Conoscere la violenza sui bambini e saperla preveniretorna su

Il Dottor Andrea Bollini, Direttore del Centro Studi Sociali sull’Infanzia e l’Adolescenza «Don Silvio De Annuntiis» di Scerne di Pineto (Teramo), ha avviato, il 27 novembre scorso, il Corso interdisciplinare «Uscire dai labirinti della violenza. La prevenzione e la protezione dei bambini dal maltrattamento» organizzato dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium insieme con lo stesso Centro.

Il Dott. Bollini è intervenuto con una relazione dal titolo: «Conoscere la violenza sui bambini e saperla prevenire. Questioni introduttive».

Dopo il saluto della Preside, prof. Pina Del Core, il relatore introduce i partecipanti a conoscere le forme e le conseguenze che la violenza opera sui bambini e traccia le linee che accomunano gli interventi rivolti a prevenirla.

Il fenomeno, identificato e denunciato per la prima volta in ambito pediatrico nel 1962 da Henry Kempe come “The battered child syndrome”, nei decenni successivi è stato ampiamente analizzato nelle sue origini, forme, conseguenze, progetti di aiuto e riabilitazione da diverse prospettive chiamate in causa: medica, giuridica, sociologica, psicologica, riabilitativa, educativa. Visti gli effetti drammatici che ricadono sui bambini e i dati allarmanti sulla diffusione dei maltrattamenti, l’aiuto alle vittime e la prevenzione della violenza si sono imposti come prioritànelle politiche internazionali con interventi specifici di varie organizzazioni: Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ONU, Consiglio d’Europa, International Society Prevention Child Abuse and Neglect (ISPCAN).

Una visione completa sulla realtà della violenza è stata delineata dall’OMS nel Rapportomondiale su violenza e salute del 2002. Vi si trovanodefinizioni e tipologie delle sue varie forme, si analizza la loro presenza a livello mondiale, si indicano strategie di prevenzione e si offrono precise raccomandazioni alle istituzioni politiche e sociali.

Per l’OMS, la violenza è un problema di salute pubblica, la cui soluzione si gioca in molteplici settori sia della vita pubblica che della ricerca scientifica interdisciplinare; l’esito positivo dipende da un’azione collettiva e cooperativa, pianificata e realizzata secondo un modello ecologico. Il maltrattamento del bambino, infatti, è la risultanza di molteplici fattori: familiari-relazionali, comunitari, sociali che si influenzano reciprocamente. Pertanto i fattori di rischio sono inerenti non solo alla vulnerabilità del bambino e alle caratteristiche della famiglia, ma anche legati alla comunità e alla società.

Il dott. Bollini arricchisce la presentazione della problematica illustrando brevemente le varie forme di maltrattamento infantile, compresa la violenza assistita (coinvolgimento del minore in atti di violenza compiuti su figure affettivamente significative e di riferimento), i loro danni nelle diverse fasi di sviluppo; relaziona su dati epidemiologici internazionali e italiani. Presenta anche la nozione, relativamente recente, di Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI), introdotta da Felitti per indicare l’insieme di situazioni vissute nell’infanzia che costituiscono degli “incidenti di percorso”, più o meno cronici, rispetto all’ideale percorso evolutivo sia sul piano personale che relazionale.

 

Prevenire e proteggere dal maltrattamento

Delineato il quadro delle forme e fattori che caratterizzano il maltrattamento e la violenza sui minori, il dott. Bollini indica linee essenziali per interventi di prevenzione e protezione.

Ogni intervento non può prescindere dalla visione dell’ottica sistemica e del modello ecologico. La protezione dei bambini avviene attraverso un lavoro di équipe, in quanto la presa in carico efficace di un bambino maltrattato richiede interventi multidimensionali, mai di un singolo operatore.

Le strategie della prevenzione sono basate sul rafforzamento dei fattori protettivi e della resilienza nei bambini, nella famiglia, nella comunità; in tal modo si riduce e, nei casi fortunati, si elimina l’incidenza dei fattori di rischio del maltrattamento.

Il maltrattamento sui bambini è un problema di salute pubblica, come dice l’OMS, ma anche un problema sociale, educativo, giuridico, culturale, una questione di sensibilità collettiva; infatti produce dei danni rilevanti al benessere sociale, alle pari opportunità, all’inserimento ed all’accesso ai diritti, ai servizi, alla scuola, generando marginalità ed esclusioni a lungo termine.

Oggi la sfida maggiore riguarda il modo di trasformare e sviluppare i servizi esistenti, che si attivano dopo che il maltrattamento è accaduto, in sistemi coordinati che erogano servizi alle famiglie prima che il maltrattamento si verifichi. La famiglia, infatti, è il nucleo che richiede maggiore attenzione formativa e preventiva.

Tra le priorità, il dott. Bollini indica interventi che formino alla capacità educativa, alla conoscenza dello sviluppo del bambino, della genitorialità, della resilienza genitoriale, rinsaldino la rete sociale  e la responsività comunitaria. Sono indispensabili programmi e servizi di educazione familiare, di formazione dei genitori sullo sviluppo del bambino e della sua mente, sull’apprendimento di tecniche di gestione dello stress e di problem solving alternativi ed efficaci, di sicurezza economica per le famiglie povere (programmi di riduzione della povertà infantile). Il relatore fa notare che alcune regioni italiane hanno già introdotto programmi di questo genere con buoni risultati.

A conclusione egli ribadisce che la violenza non è inevitabile: noi possiamo fare molto per orientarla e prevenirla. Le cause profonde della violenza possono essere contrastate per produrre una società più salutare per tutti.

Il secondo incontro del Corso interdisciplinare sarà sabato 11 dicembre (ore 9.00-12.30) con l'intervento della Prof. Paola Di Blasio (Ordinario di Psicologia dello Sviluppo all'Università Cattolica di  Milano) dal titolo: «Psicologia del bambino maltrattato e della famiglia maltrattante.»

 

Intervento del Dott. Andrea Bollini
Saluto introduttivo della Preside
Programma del Corso
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