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È la connessione tra democrazia e formazione, che ne ha contraddistinto la vita e le scelte, il filo rosso che attraversa la prolusione accademica che il Prof. Enrico Letta, Preside della Paris School of International Affairs dell’Università Sciences Po di Parigi, ha svolto per l’inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020, il 50° dall’erezione canonica della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium».

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La Prolusione del Prof. Enrico Letta (video)

 

La mattinata si apre con la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Jan Romeo Pawlowski, Delegato per le Rappresentanze pontificie della Segreteria di Stato.

Nell’omelia, egli afferma che «lo studio non è fine a se stesso. Mentre si studia è bene pensare alle persone a cui si presterà servizio in futuro, con la professionalità acquisita. Giovanni Paolo II parlando agli universitari nel 1983 ricordava che lo studio è lavoro dell’intelletto a servizio della verità; è anche lavoro della volontà, intesa come responsabilità, perché la verità non si trova se non si ama. Infine lo studio  è lavoro in senso morale. Dunque lo studio è lavoro dell’intelletto alla ricerca della verità; la volontà sostiene l’intelletto e conduce alla carità».

Mons. Pawlowski ha ricordato come «essere educatore è essere testimone, esprimere le convinzioni, nella ricerca del messaggio di Dio presente nella vita. Chi studia è chiamato a collaborare perché il lieto messaggio raggiunga il cuore del mondo e possano risuonare le parole di San Domenico Savio: “Noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nel perfetto adempimento dei nostri doveri”».

 

Cultura dell’incontro e della vita

La relazione della Preside, Prof.ssa Piera Ruffinatto, sull’anno accademico 2018-2019 ripercorre le tappe, i processi, gli eventi significati e le esperienze condivise in un tempo che ha impegnato la Facoltà a «rispondere alla sfida di un mondo sempre più complesso e globalizzato».

 

«Nella cultura dell’incontro - ha affermato - risiede lo slancio per guardare al futuro, con nuove prospettive di impegno nella risposta sempre più adeguata ai bisogni formativi e di orientamento degli studenti; nel miglioramento del coordinamento della comunicazione istituzionale per incrementare la visibilità della Facoltà e il numero degli studenti; per consolidare il processo di internazionalizzazione potenziando l’offerta formativa e la ricerca scientifica; per la formazione e la riqualificazione didattica del personale docente».

La prospettiva, allora, per guardare in avanti è quella indicata da Papa Francesco nella Veritatis gaudium, che invita a fare delle comunità un luogo in cui “promuovere un’autentica cultura dell’incontro tra le autentiche e vitali culture”.

«Nel DNA salesiano originario - ha concluso la Preside - c’è un’apertura universale che ha inteso raggiungere con simpatia operosa i giovani e le loro esigenze vitali, al di là di ogni frontiera politica, culturale e religiosa». In questo orizzonte, la Comunità accademica diventa un «luogo in cui si respira “una atmosfera spirituale di ricerca e certezza basata sulla verità di ragione e di fede” per realizzare il principio salesiano del costruire cultura non solo per i giovani, ma con loro, abitando il loro mondo e generando “sinergie che facilitano la diffusione della cultura della vita”».

 

Democrazia e formazione

Nello sviluppare il tema che gli è stato affidato, “Metamorfosi della democrazia e implicanze educative”, il Prof. Enrico Letta ha esordito sostenendo che «Democrazia e formazione hanno vissuto negli ultimi anni una rivoluzione come mai prima avvenuto nella storia dell’uomo. Una rivoluzione dovuta all’innovazione tecnologica, legata allo smartphone, che è ormai la nostra seconda identità».

Non sta esagerando, Enrico Letta, perché «se attiviamo tutte le sue potenzialità il telefonino è il dispositivo in cui stanno tutti gli aspetti rilevanti della nostra identità» a cui, addirittura, affidiamo i nostri dati, in cui trasferiamo i nostri gusti e le nostre preferenze.

Per questo, «la protezione dei dati, la proprietà dei dati e il controllo dei dati sarà il petrolio del futuro», una ricchezza che nei decenni precedenti ha scatenato conflitti. E sarà così per gli anni che verranno. Si tratta, infatti, di una “guerra” che verrà giocata attorno all’interrogativo: chi ha accesso alle nostre informazioni? Noi? «In teoria sì, in pratica no!», risponde il relatore: «saranno gli attori economici, le compagnie gestori? Oppure lo Stato o forse la persona?».

Il cambiamento prodotto dall’avvento dello smartphone, che investe la democrazia e la formazione è, secondo Letta, pari alla rivoluzione avvenuta nel 1400, con l’invenzione della stampa a caratteri mobili ad opera di Gutenberg. Da qui, «i tanti cambiamenti che riguardano da vicino la democrazia: l’accesso all’arena globale delle informazioni, il “tempo reale” e una trasparenza del tutto nuova che obbligano a reazioni immediate, la decontestualizzazione del messaggio, la ipersemplificazione del linguaggio, la sovrapposizione tra il dibattito che avviene nei social media con quello che si sviluppa nella vita sociale». Non solo. Chi parla, oggi, ha davanti un interlocutore che ha accesso all’informazione e che sfida la sua autorità e autorevolezza. «Per questo - ha proseguito - l’insegnamento è sempre meno trasmissione di informazione e sempre più ricerca dei punti cardinali della bussola della vita, perché chi cresce nella logica del like, sa che può dare un voto e, quando non gli piace più, lo può togliere, dislike».

La formazione, allora è una dimensione necessaria «per trovare, attraverso una molteplicità di esperienze, i punti cardinali della bussola che orienta la nostra vita, che non si trova su Internet, né su Google».

La necessità di affrontare i cambiamenti è fondamentale per chi è impegnato nella formazione, si tratta di «raccontare con attenzione i cambiamenti perché le modifiche arrivino nel tempo giusto» e di «accompagnare i cambiamenti per non perdere l’autorevolezza di ciò che facciamo».

 

Costruire cattedrali

Il Prof. Letta ha infine invitato a «non avere paura di sfidare la modernità», ad andare alla sostanza dei valori che «in un turbinio di trasformazioni tornano di straordinaria attualità, per essere in grado di lavorare sui valori fondamentali, cioè dare un senso alle cose che si fanno».

Come quei due viandanti di cui racconta una storia: passando in una delle tante piazze della nostra Europa, incrociano due scalpellini, che stanno impilando mattoni. Curiosi, chiedono che cosa stiano facendo. “Non vedi? Impiliamo mattoni”, risponde triste l’uno. Mentre l’altro, sorridendo, assicura “sto costruendo la cattedrale della mia città”.

«La differenza sta qui - conclude Letta -: uno si ferma a quel gesto e lo trova povero di significato, l’altro inserisce quel povero gesto dentro un disegno complessivo che dà senso non solo a quel gesto, ma alla sua giornata, alla sua professionalità e alla sua vita. Coraggio, dunque: voi siete qui a costruire cattedrali».

 

Intuire il futuro

L’ultima “parola” dell’atto accademico spetta alla Vice Gran Cancelliere. Sr. Yvonne Reungoat, Superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fa precedere alla formula di inaugurazione dell’anno accademico, il suo saluto ai presenti in sala. Rivolgendosi in particolare ai docenti e agli studenti e studentesse, li esorta ad ascoltare profondamente la realtà per «intuire insieme il futuro con passione, entusiasmo e creatività, disponibili ad affrontare i cambiamenti per costruire cultura e non semplicemente, ripetere; per entrare con apertura, desiderio di condividere, di lasciarsi guidare per essere sempre più consapevoli della responsabilità nella società e nella Chiesa».

 

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